Energia e ambiente

Un modello da replicare: energia a costo zero e nuova occupazione

Siamo in Puglia, in Salento, a Melpignano. Il paese famoso per il concertone di chiusura della “Notte della Taranta” che si tiene ogni anno a fine agosto. Quest’anno Melpignano può essere anche ricordato perché vincitore del “Klimaenergy Award 2013 per l’impegno sociale”, con il progetto della “Cooperativa di comunità” che realizza e gestisce in maniera condivisa il fotovoltaico diffuso sui tetti delle abitazioni.

Il progetto è stato scelto dalla giuria del Klimaenergy Award 2013 per il suo alto contenuto in innovazione sociale che mira al miglioramento della qualità della vita degli abitanti. Il premio, che ha visto la partecipazione di numerosi amministrazioni pubbliche con progetti innovativi nel campo delle buone pratiche ambientali, è oggi uno dei riconoscimenti più significativi a livello nazionale.

L’idea della “Cooperativa di Comunità” nasce alcuni anni or sono per volontà dell’Amministrazione comunale di Melpignano che, assieme all’Università del Salento e a Officina Creativa di Lecce, ha avviato uno studio di fattibilità per il fotovoltaico diffuso sui tetti del paese. Terminato lo studio di fattibilità, con l’aiuto di LegaCoop Nazionale e Borghi autentici d’Italia, e dopo una serie di incontri in piazza che hanno coinvolto tutti i cittadini, è nata nel luglio 2011 la prima “Cooperativa di comunità” per dare attuazione al progetto del fotovoltaico e alla gestione di alcuni servizi che riguardano la comunità stessa, cercando di creare nuove opportunità di lavoro per i cittadini.

Nata con 71 soci fondatori – oggi ne conta già oltre 130 – si prefigge di installare impianti fotovoltaici sui tetti per coprire il fabbisogno di 180 famiglie che potranno avere, in questo modo, energia elettrica gratis. Attualmente sono stati già installati oltre 35 impianti per una potenza installata di circa 180 kV. E il progetto va avanti.

Ma come si traduce in pratica: i cittadini soci della cooperativa, e proprietari del proprio terrazzo, cedono alla cooperativa per 20 anni la superficie per la realizzazione di un impianto fotovoltaico (circa 3KW), e il socio, gratuitamente, utilizza l’energia attraverso il meccanismo dello “scambio sul posto”. La cooperativa di comunità riceve, attraverso una “cessione del credito”, l’incentivo del GSE che servirà una parte a ricoprire l’investimento e una parte a creare un fondo nelle casse della cooperativa. E non solo, l’utile dell’investimento sarà condiviso tra i soci (anche coloro che non hanno realizzato l’impianto) che decideranno come spenderlo a favore della propria comunità. Potranno essere realizzate delle zone verdi, rifatta la pavimentazione di alcune strade, ristrutturate le scuole, … oppure potranno essere spesi per la creazione di altri mestieri o per la gestione di alcuni servizi sempre all’interno della propria comunità.

E non è tutto: per la realizzazione degli impianti sui tetti si utilizza manodopera locale, creando in questo modo nuovi posti di lavoro e competenze che rimarranno in seno alla comunità.

L’esperienza di Melpignano dimostra due cose in particolare: che un’iniziativa partecipata dai cittadini può portare ampi margini di beneficio per la comunità, e che anche le pubbliche amministrazioni, anche piccole, se lo vogliono, possono far nascere progetti innovativi in grado di utilizzare al meglio le risorse locali creando valore economico e occupazione.

È possibile quindi, senza dover necessariamente attingere a finanze stratosferiche e senza pensare a progetti faraonici, guardare alle ricchezze e ai valori del proprio territorio per creare sviluppo e occupazione nel rispetto dell’ambiente e della qualità della vita dei cittadini.

Basta forse solo un po’ di buon senso!