Responsabilità sociale

Social media sustainability storytelling

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Raccontare una storia per parlare di sostenibilità e di responsabilità sociale d’impresa.  Raccontare una storia perché la nostra vita quotidiana è costantemente avvolta da una rete narrativa che filtra e stimola i nostri pensieri, le nostre emozioni, agisce sui nostri sensi, influenzando le nostre azioni e i nostri comportamenti. E quindi per trasmettere un messaggio legato all’ambiente e agli impegni sociali cosa c’è di meglio che raccontare delle storie che evocano emozioni, sensazioni e ricordi. E gli strumenti digitali si prestano in maniera perfetta per condividere delle storie: blog, Twitter, Facebook, Fickr, Youtube, sono tutti strumenti che permettono, con modalità diverse, la rapida diffusione di una storia. Quello che un tempo si chiamava il passaparola.

La storia che può essere il risultato dell’integrazione tra diversi tipi di modi di raccontare: immagini, testi, foto, audio, video, musica.

Le narrazioni stanno assumendo uno spazio sempre più ampio nel panorama comunicativo della sostenibilità, con una forza decisamente maggiore alla comunicazione tradizionale, spesso invasiva e per lo più ripetitiva. Una storia si ricorda, si vuole sapere come va a finire, si vuole condividere con gli amici perché emoziona. E può essere usata per sensibilizzare su temi globali che investono l’ambiente, l’attenzione alla persona e all’individuo.

Secondo l’inglese Sustainly che ogni anno seleziona, a partire da indicatori di sostenibilità quali il Dow Jones Sustainability Index e il FTSE4GOOD, centinaia di aziende appartenenti a diversi settori merceologici e le classifica in base al loro impegno e alla loro capacità nel comunicare la sostenibilità, il tema dello storytelling sul web è sempre più diffuso. Sulle circa 500 aziende analizzate, quasi i due terzi hanno dei canali aperti sui social media in cui si affrontano i temi ambientali e sociali legati alle loro attività e agli sforzi messi in atto in ambito CSR.

La Società inglese rileva che molte delle realtà studiate utilizzano proprio il racconto per parlare di sostenibilità. Storie testo/immagine, come nel caso del blog “Txchnologist.comâ€, sponsorizzato da GE che affronta argomenti legati alla sostenibilità e all’innovazione nei settori ambiente ed energia; racconto visivo, come nel caso dei video di Siemens sulla città di domani; o racconti che usano piattaforme multimediali in maniera innovativa, come nel caso di IBM per il suo progetto “smarter citiesâ€; o ancora veri e propri film, come Intel che ha prodotto un lungometraggio sull’uguaglianza di genere attraverso la storia di nove bambine/poi ragazze in diversi Paesi che studiano e si emancipano dalla povertà, dalla violenza, dallo sfruttamento. Anche aziende esterne al mondo dell’energia e della tecnologia stanno usando lo storytelling sostenibile per far percepire al consumatore gli sforzi in tal senso. Ne sono un esempio Honda che ha strutturato il film “Never ending race†per illustrare gli sforzi per ridurre le emissioni dei propri veicoli, o Levi Strauss, famosa per i jeans, che attraverso i suoi canali web crea storie legate al ridotto consumo di acqua e alla minimizzazione dei rifiuti prodotti nella produzione.

Tutti modi nuovi di raccontare l’ambiente, la sostenibilità, l’impegno sociale e per coinvolgere nuove persone e i consumatori, oltre a mantenerle legate al proprio brand.

Il racconto funge da fil rouge per creare una rete di stakeholder interessata e coinvolta: uno modo diverso di intendere lo stakeholder engagement.

L’articolo è stato pubblicato sul portale CIRIESCO di Pubblicità Progresso.