Energia e ambiente

Produrre carburante dai rifiuti può essere una realtà

È stata presentata questa settimana la prima fase di uno studio, commissionato da VCO Trasporti, riguardante la produzione di greendiesel ricavato a partire dalla frazione organica dei rifiuti raccolti nel Verbano Cusio Ossola.

La ricerca, condotta da Greenlab di Bolzano assieme a Nanoireservice di Verbania, ha evidenziato come sia possibile ricavare del bio-olio con delle caratteristiche chimiche ed energetiche tali da poter essere successivamente distillato per ricavarne greendiesel. Un carburante che poi potrà essere utilizzato per far circolare gli automezzi adibiti al trasporto pubblico di VCO Trasporti.

Questo progetto rappresenta il primo caso nazionale in cui un’azienda di trasporti pubblici si pone il problema di risolvere aspetti ambientali integrando componenti diverse del territorio: trasporti e gestione rifiuti, consentendo all’intera provincia di diventare il ‘laboratorio’ di un’interessante sperimentazione in chiave di sostenibilità.

Partendo da una raccolta dell’umido consistente, che si è attestata, per l’anno trascorso, a circa 12.000 tonnellate, potrà essere possibile in futuro produrre, con filiera corta, biocarburante senza sottrarre – come avviene oggi per la produzione di biodiesel – parti rilevanti di suolo alle colture alimentari.

Nel contempo si potrà contribuire a risolvere il problema legato allo smaltimento degli scarti che produciamo – e continueremo a produrre – tutti i giorni.

Il progetto di VCO Trasporti prevede l’ottenimento di questo biocarburante in due passaggi: dai rifiuti organici a bio-olio e da bio-olio, attraverso un processo di raffinazione, in greendiesel.

Oggi è stata completata la prima fase, testando la possibilità di giungere attraverso una pirolisi veloce (che in assenza di ossigeno ‘scalda e smonta’ la frazione organica dei rifiuti fino a una temperatura di circa 600-700° C) a un bio-olio che possiede un elevato potere calorifico e una composizione chimica che si conferma idonea alla successiva fase di raffinazione.

A favore dell’applicazione pratica della ricerca depongono anche le valutazioni ricavate dall’analisi costi-benifici, che dimostrano come – anche ipotizzando condizioni di massima cautela – questo rapporto risulti decisamente favorevole. I vantaggi si concretizzerebbero – oltre che nel contributo all’abbattimento delle emissioni di CO2 in atmosfera – nella riduzione dei costi di acquisto di carburante con le ovvie ripercussioni positive sul bilancio della Società e sulla riduzione dei costi di smaltimento dell’umido. Va infine tenuto conto che il costo del carburante sarebbe indipendente dal fluttuare del prezzo del petrolio, perché ‘ancorato’ alla disponibilità a costo zero di una ‘materia prima’ quale il rifiuto organico.

Una ricerca che apre le porte a un futuro molto interessante.

Ascolta l’intervista su Radio24 – Smart city